mercoledì 19 luglio 2017

Ius soli, la legge deve essere approvata

La mancanza di diritti è uno degli svantaggi più evidenti che viviamo in Italia, tant'è che molte e molti italiani emigrano e molti immigrati non considerano l'Italia un Paese dove potersi costruire un futuro sicuro e prospero.

Sarà una sconfitta per il Paese se il Parlamento non approverà definitivamente la legge sullo ius soli e ius culturae perché rimarrà una disparità tra persone che nascono e crescono insieme. E non penso che il prossimo Parlamento potrà approvare una legge migliore perché perderemo cinque / dieci anni su questo importante tema.

L'Italia rischia di rimanere legata ad un concetto razzista di cittadinanza, ne è prova che politici e giornali hanno attaccato il Partito Democratico accusandolo di voler realizzare “una sostituzione etnica”, “una pulizia etnica”. Ricordo che siamo il Paese dove fino al 1983 solo il “sangue” del padre, e non quello della madre, dava diritto alla cittadinanza italiana. Siamo il Paese in cui una larga parte dei partiti politici si oppongono ad una legge sul contrasto all'apologia del fascismo perché si vuole che queste idee possano essere “patrimonio politico” oggi e domani.


Il dibattito di questi mesi ha fatto emergere con sempre maggior forza il legame tra cittadinanza e “proprietà” della terra, “casa nostra”, mentre credo che dove viviamo ci venga offerto il diritto-dovere di curare la terra che abitiamo e non mai di possederla. Per curare la terra dove viviamo dobbiamo poter partecipare alle decisioni attraverso il voto.

La Corte Costituzionale nel dichiarare l’incostituzionalità dell’esclusione delle e degli stranieri dal servizio civile afferma che la loro partecipazione “al servizio civile consente oggi di realizzare i doveri inderogabili di solidarietà e di rendersi utili alla propria comunità, il che corrisponde, allo stesso tempo, ad un diritto di chi ad essa appartiene”.

Affermare il diritto allo ius soli e allo ius culturae per le figlie e i figli degli immigrati darà la possibilità a generazioni intere di crescere considerandosi parte della comunità e quindi pensarsi fin da bambine e bambini parte attiva che decide e si cura di un territorio come quello mantovano. Non lo dobbiamo dimenticare. di Carlo Berini


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