Francesco Mastrogiovanni, Franco per
gli amici e i parenti, muore all’1.45 di notte del 4 agosto 2009,
dopo 81 ore di agonia legato ad un letto all'ospedale di Vallo della
Lucania (Salerno), ma la sua morte viene scoperta solo il mattino
seguente. L’autopsia dirà che è morto per asfissia, causata da un
edema polmonare provocato dalla contenzione meccanica, una pratica
definita “illecita, impropria e antigiuridica”. “È morto come
Cristo in croce”, dirà la sorella con una definizione più
evocativa di qualsiasi immagine. A quel lettino, la sua croce, quel
povero cristo anarchico è rimasto legato ancora sei ore dopo il
decesso. In totale fanno 87.
La contenzione meccanica viene ancora usata in Italia nei luoghi di cura... E tu slegalo subito!
Ieri, 15 novembre 2016, la Corte d'Appello ha condannato tutti
i diciassette (17) medici e infermieri responsabili del suplizio e
della morte Francesco Mastrogiovanni. Gli infermieri in primo grado
erano stati tutti assolti ma la Corte d'Appello ha invece deciso che
anche gli undici infermieri imputati nel processo per la morte del
maestro elementare Francesco Mastrogiovanni hanno avuto delle
responsabilità per il trattamento inumano e la morte dell'uomo. Ma
tutte le pene sono state sospese e per tutti è stata revocata
l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni inflitta in primo
grado. Per tutti, assieme al responsabile civile dell'Asl di Salerno,
è scattata la condanna al risarcimento dei danni che saranno
quantificati in sede civile. Di seguito l'elenco dei condannati:
Rocco Barone, medico, 2 anni di
reclusione, pena sospesa
Raffaele Basso, medico, 2 anni di
reclusione, pena sospesa
Michele Di Genio, primario, 1 anno e 11
mesi di reclusione, pena sospesa
Amerigo Mazza, medico, 1 anno e 10 mesi
di reclusione, pena sospesa
Anna Angela Ruberto, medico, 1 anno e
10 mesi di reclusione, pena sospesa
Michele Della Pepa, medico, 1 anno e 1
mese di reclusione, pena sospesa
Maria D'Agostino Cirillo, infermiera, 1
anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa
Maria Carmela Cortazzo, infermiera, 1
anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa
Antonio De Vita, infermiere, 1 anno e 2
mesi di reclusione, pena sospesa
Giuseppe Forino, infermiere, 1 anno e 3
mesi di reclusione, pena sospesa
Alfredo Gaudio, infermiere, 1 anno e 3
mesi di reclusione, pena sospesa
Antonio Luongo, infermiere, 1 anno e 3
mesi di reclusione, pena sospesa
Massimo Minghetti, infermiere, 1 anno e
2 mesi di reclusione, pena sospesa
Nicola Oricchio, infermiere, 1 anno e 3
mesi di reclusione, pena sospesa
Raffaele Russo, infermiere, 1 anno e 3
mesi di reclusione, pena sospesa
Massimo Scarano, infermiere, 1 anno e 3
mesi di reclusione, pena sospesa
Antonio Tardio, infermiere, 1 anno e 2
mesi di reclusione, pena sospesa
Riccardo Magi, segretario di Radicali
Italiani e il tesoriere Michele Capano, avvocato della sorella di
Franco Mastrogiovanni affermano a Repubblica: "Ben venga il
ribaltamento delle valutazioni che il giudice di primo grado del
Tribunale di Vallo della Lucania aveva compiuto circa gli infermieri
- intervengono Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e il
tesoriere Michele Capano, avvocato della sorella di Francesco
Mastrogiovanni - mentre la sentenza di primo grado aveva assolto
questi ultimi ritenendo di non poterli rimproverare per avere
"ubbidito" agli ordini dei medici, oggi (per quanto occorra
aspettare le motivazioni della sentenza per una valutazione più
completa) viene affermato il principio per cui la qualificazione
professionale dell'infermiere e la manifesta criminosità della
condizione a cui era stato ridotto il professor Francesco
Mastrogiovanni, impongono di condannare chi ha assistito ed avallato
con il suo operato tutto ciò senza opporvisi".
Antonio Marchesi, presidente di Amnesty
International Italia, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Pur
tenendo conto dei diversi ruoli e graduando di conseguenza le pene
inflitte, la sentenza non solo ribadisce che a Vallo della Lucania
sette anni fa successe qualcosa di estremamente grave ma, a
differenza del giudizio di primo grado, riguarda anche gli
infermieri, al punto che risultano essere coinvolte ben 17 persone.
In quei giorni e quelle notti, quel reparto psichiatrico da luogo di
cura divenne in sostanza luogo di tortura. A fronte di questo, non
può che lasciare perplessi il fatto che tutti i condannati hanno
beneficiato della sospensione della pena e della revoca
dall'interdizione dei pubblici uffici".
Gli ex alunni (Rosa Cortiglia,
Giuseppina Di Filippo e Bartolomeo D’Alessandro) lo hanno voluto
ricordare con un articolo intitolato “Una morte ingiusta”,
pubblicato sul giornalino “La Tofa” edito dall’Istituto
Comprensivo “Giovanni Patroni” di Pollica: “Nell’agosto del
2009 è morto il nostro maestro. Lui era un gigante dalle mille
risorse, un uomo buono e comprensibile. Lui non si limitava solo ad
insegnarci la matematica, ma ci dava anche preziosi consigli sulle
altre materie. Durante l’intervallo molto spesso amava leggere il
dizionario. A noi questa abitudine sembrava un po’ strana, un
giorno infatti un nostro compagno gli domandò perché aveva questa
passione, e lui rispose che nella vita bisogna sempre istruirsi e
imparare nuovi vocaboli. Un bell’aspetto del suo carattere era
quello di essere sempre sorridente anche nei momenti magari più
difficili. Purtroppo ancora oggi ragioni valide della sua morte non
ci sono, ma una cosa è certa, il gigante buono di tutti i suoi
alunni, è morto per i maltrattamenti subiti”.
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