venerdì 6 maggio 2016

Londra, l'elezione di Sadiq Khan è la normalità da conquistare in tutta la Ue

"Londra oggi ha scelto la speranza sulla paura, l'unità sulla divisione. Spero che non faccia mai più una scelta basata sulla paura" ha affermato Sadiq Khan, avvocato per i diritti umani 45enne, dopo la sua elezione a Sindaco di Londra. 

Sahid Khan non è stato eletto Sindaco perché è mussulmano e nemmeno perché è femminista o perché è a favore del matrimonio gay e non lo hanno eletto nemmeno per la sua estrazione proletaria. Sadiq Khan è stato eletto Sindaco di Londra per il suo programma elettorale che ha offerto risposte convincenti ai gravi problemi che affliggono Londra come le questioni casa, trasporti, ecologia, economia, estremismo...

Il Guardian, il giorno dopo l'elezione, titolava in prima pagina «La reazione della stampa globale è un mix di curiosità e ignoranza». La Redazione londinese metteva alla berlina i motivi che portavano, per esempio i quotidiani italiani, a sottolineare nei titoli e negli articoli la fede religiosa del nuovo Sindaco di Londra. Per i londinesi è una cosa normale avere come Sindaco una persona di fede e tradizione mussulmana.


L'articolo in prima pagina del Guardian mette impietosamente in evidenza i pregiudizi che percorrono l'Europa e l'Italia. L'islamofobia in Italia è imperante, tant'è che molti e molte si sorprendono che un mussulmano praticante possa essere femminista e a favore del matrimonio gay. E' questo sorprendersi che ci dovrebbe far riflettere su come negli ultimi anni i messaggi islamofobi hanno contagiato in maniera pervasiva la società italiana. Le persone di fede e tradizione mussulmana in Italia sono state ridotte ad un cliché e di questo cliché tutti tutte ne siamo state e stati impregnati.

Non credo che l'elezione di Sadiq Khan possa avere qualche effetto sulla società italiana perché è troppo rinchiusa su se stessa, paurosa ed incapace di vedere nella sua elezione un modello. Abbiamo però la fortuna di avere in Italia un potenziale enorme in quei giovani e in quelle giovani figli e figlie di immigrati, sono loro a cui dobbiamo attenzione e spazi per aiutarci a superare paure e pregiudizi.  di Carlo Berini

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