giovedì 20 giugno 2019

Mantova, nel 2018 aumentano le discriminazioni


Nel 2018, con il supporto del Comune di Mantova, sono state trattate centoventisette (127) segnalazioni di cui centonove (109) sono risultate pertinenti. I casi trattati che hanno visto coinvolte persone appartenenti a Paesi terzi sono stati settantuno (65%): trentacinque (35) per discriminazioni nell'accesso alle prestazioni di sicurezza sociale quali l'assegno di maternità, premio alla nascita e bonus bebè; trenta (30) casi di hate speech emersi nei social network Twitter e Facebook, di cui ventitré (23) hanno colpito persone di Paesi terzi appartenenti alla minoranza rom; sei (6) di molestia.

Anche nel 2018 le donne sono il gruppo più colpito da discriminazioni nel territorio mantovano. Il dato è allarmante e conferma la sistematicità delle violazioni dei diritti nei confronti del genere femminile: le più esposte a discriminazioni sono le neo mamme appartenenti a Paesi terzi.

Preoccupano le continue segnalazioni, confermate nelle istruttorie, rispetto a operatrici e operatori dei Comuni che negano il diritto alle neo mamme appartenenti a Paesi terzi di presentare domanda scritta per l'accesso alla prestazione dell'assegno di maternità. Tale comportamento preclude la possibilità alle stesse neo mamme di presentare ricorso in caso del diniego all'accesso alla prestazione di sicurezza sociale.


Ad oggi tutti i casi trattati da Articolo 3 di diniego nei confronti di persone appartenenti a Paesi terzi all'accesso alle prestazioni di sicurezza sociale – direttiva 2011/98 – hanno portato il Tribunale di Mantova a emettere Ordinanze di cessazione della discriminazione contro l'INPS e le Amministrazioni comunali. Nell'anno non è stato chiesto l'accesso al Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle persone vittime di discriminazione (UNAR), al Consiglio nazionale forense presso il Ministero della Giustizia.

Nel 2018, come nel 2017, si evidenzia un aumento esponenziale della percezione di insicurezza esplicitata dalle persone appartenenti a Paesi terzi che hanno collaborato con Articolo 3 o che sono ricorse al servizio dello Sportello antidiscriminazione.

La percezione di insicurezza è conseguente sia a dichiarazioni di politici – locali e nazionali – sia agli effetti che ha l'etnicizzazione del reato o del presunto reato sulla stampa italiana. L'etnicizzazione inocula nei lettori un’indebita generalizzazione di un comportamento individuale ascrivendolo a tutte le persone nella medesima condizione di immigrato. Tali generalizzazioni vengono poi amplificate sui social media creando pregiudizi, stereotipi e discorsi da odio.

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