mercoledì 16 novembre 2016

Morte di Franco Mastrogiovanni, tutti condannati


Francesco Mastrogiovanni, Franco per gli amici e i parenti, muore all’1.45 di notte del 4 agosto 2009, dopo 81 ore di agonia legato ad un letto all'ospedale di Vallo della Lucania (Salerno), ma la sua morte viene scoperta solo il mattino seguente. L’autopsia dirà che è morto per asfissia, causata da un edema polmonare provocato dalla contenzione meccanica, una pratica definita “illecita, impropria e antigiuridica”. “È morto come Cristo in croce”, dirà la sorella con una definizione più evocativa di qualsiasi immagine. A quel lettino, la sua croce, quel povero cristo anarchico è rimasto legato ancora sei ore dopo il decesso. In totale fanno 87.
 

La contenzione meccanica viene ancora usata in Italia nei luoghi di cura... E tu slegalo subito


Ieri, 15 novembre 2016, la Corte d'Appello ha condannato tutti i diciassette (17) medici e infermieri responsabili del suplizio e della morte Francesco Mastrogiovanni. Gli infermieri in primo grado erano stati tutti assolti ma la Corte d'Appello ha invece deciso che anche gli undici infermieri imputati nel processo per la morte del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni hanno avuto delle responsabilità per il trattamento inumano e la morte dell'uomo. Ma tutte le pene sono state sospese e per tutti è stata revocata l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni inflitta in primo grado. Per tutti, assieme al responsabile civile dell'Asl di Salerno, è scattata la condanna al risarcimento dei danni che saranno quantificati in sede civile. Di seguito l'elenco dei condannati:

Rocco Barone, medico, 2 anni di reclusione, pena sospesa
Raffaele Basso, medico, 2 anni di reclusione, pena sospesa
Michele Di Genio, primario, 1 anno e 11 mesi di reclusione, pena sospesa
Amerigo Mazza, medico, 1 anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa
Anna Angela Ruberto, medico, 1 anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa
Michele Della Pepa, medico, 1 anno e 1 mese di reclusione, pena sospesa
Maria D'Agostino Cirillo, infermiera, 1 anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa
Maria Carmela Cortazzo, infermiera, 1 anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa
Antonio De Vita, infermiere, 1 anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa
Giuseppe Forino, infermiere, 1 anno e 3 mesi di reclusione, pena sospesa
Alfredo Gaudio, infermiere, 1 anno e 3 mesi di reclusione, pena sospesa
Antonio Luongo, infermiere, 1 anno e 3 mesi di reclusione, pena sospesa
Massimo Minghetti, infermiere, 1 anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa
Nicola Oricchio, infermiere, 1 anno e 3 mesi di reclusione, pena sospesa
Raffaele Russo, infermiere, 1 anno e 3 mesi di reclusione, pena sospesa
Massimo Scarano, infermiere, 1 anno e 3 mesi di reclusione, pena sospesa
Antonio Tardio, infermiere, 1 anno e 2 mesi di reclusione, pena sospesa


Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e il tesoriere Michele Capano, avvocato della sorella di Franco Mastrogiovanni affermano a Repubblica: "Ben venga il ribaltamento delle valutazioni che il giudice di primo grado del Tribunale di Vallo della Lucania aveva compiuto circa gli infermieri - intervengono Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e il tesoriere Michele Capano, avvocato della sorella di Francesco Mastrogiovanni - mentre la sentenza di primo grado aveva assolto questi ultimi ritenendo di non poterli rimproverare per avere "ubbidito" agli ordini dei medici, oggi (per quanto occorra aspettare le motivazioni della sentenza per una valutazione più completa) viene affermato il principio per cui la qualificazione professionale dell'infermiere e la manifesta criminosità della condizione a cui era stato ridotto il professor Francesco Mastrogiovanni, impongono di condannare chi ha assistito ed avallato con il suo operato tutto ciò senza opporvisi".

Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Pur tenendo conto dei diversi ruoli e graduando di conseguenza le pene inflitte, la sentenza non solo ribadisce che a Vallo della Lucania sette anni fa successe qualcosa di estremamente grave ma, a differenza del giudizio di primo grado, riguarda anche gli infermieri, al punto che risultano essere coinvolte ben 17 persone. In quei giorni e quelle notti, quel reparto psichiatrico da luogo di cura divenne in sostanza luogo di tortura. A fronte di questo, non può che lasciare perplessi il fatto che tutti i condannati hanno beneficiato della sospensione della pena e della revoca dall'interdizione dei pubblici uffici".

Gli ex alunni (Rosa Cortiglia, Giuseppina Di Filippo e Bartolomeo D’Alessandro) lo hanno voluto ricordare con un articolo intitolato “Una morte ingiusta”, pubblicato sul giornalino “La Tofa” edito dall’Istituto Comprensivo “Giovanni Patroni” di Pollica: “Nell’agosto del 2009 è morto il nostro maestro. Lui era un gigante dalle mille risorse, un uomo buono e comprensibile. Lui non si limitava solo ad insegnarci la matematica, ma ci dava anche preziosi consigli sulle altre materie. Durante l’intervallo molto spesso amava leggere il dizionario. A noi questa abitudine sembrava un po’ strana, un giorno infatti un nostro compagno gli domandò perché aveva questa passione, e lui rispose che nella vita bisogna sempre istruirsi e imparare nuovi vocaboli. Un bell’aspetto del suo carattere era quello di essere sempre sorridente anche nei momenti magari più difficili. Purtroppo ancora oggi ragioni valide della sua morte non ci sono, ma una cosa è certa, il gigante buono di tutti i suoi alunni, è morto per i maltrattamenti subiti”.

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